sabato 7 giugno 2008

La maledizione dei napoleonidi

di Luigi Grimaldi


Nella bassa friulana orientale, in provincia di Udine, nei pressi dei Ruda esistono tuttora alcune vestigia di edifici storici che vantano una storia secolare quanto singolare e per certi versi tragica e misteriosa. Si tratta di luoghi che per qualche ragione ignota hanno rivestito una particolare importanza nella vita dei discendenti di Napoleone Buonaparte, che hanno manifestato nel tempo un insistente attacamento all’area su cui fin dal medioevo insisteva una commenda prima dei Cavalieri Templari e poi di quelli di San Giovanni, i Cavalieri di Malta.
Si tratta della Commenda di San Nicolò di Levata. Oggi esiste solo la traccia di una villa decrepita assai diversa dalla splendida residenza, circondata da un parco e da giardini principeschi, voluta all’inizio dell’ ‘800 da Elisa Buonaparte Baciocchi sorella esiliata di Napoleone I°.
Ma andiamo con ordine.
Ancor prima del 1211 “l’Hospitale di San Nicolai in Levata” era quasi certamente una istituzione dei Cavalieri Templari e tale è rimasta probabilmente fino allo scoiglimento di imperio dell’ordine templare, accusato di stregoneria ed altri misfatti da Re Filippo il Bello, nel 1307. Dai Templari l’Hospitale passò quindi ai Cavalieri di San Giovanni, o Giovanniti, gli odierni Cavalieri di Malta. Nel 1806, dopo alterne vicende, questi beni vennero incamerati dal Regno D’Italia e messi all’asta. Dopo quasi 600 anni i Cavalieri di Malta dovevano cedere la Commenda di Ruda che per qualche misterioso motivo vene acquistata all’asta pubblica da Elisa Bonaparte Baciocchi, appunto la sorella di Napoleone I°, nel 1818. Il perchè di questo interesse non è stato spiegato in modo esauriente e pienamente convincente dagli storici. Fatto sta che dopo solo due anni dall’ essere entrata in possesso dei beni appartenuti a Templari e ai Cavalieri di Malta, Elisa Buonaparte moriva prematuramente all’età di 43 anni, si dice colta da tifo o avvelenata. E’ a questo punto che la figlia di Elisa Bunaparte, Napoleona Elisa, moglie separata del conte di Camerata, eredita assieme al fratello Federico Napoleone, la commenda e decide di trasferirsi a Ruda con il figlio Benedetto Napoleone, nipote dell’imperatore Napoleone III°.
Ma ancora una volta una serie di disgrazie sembra abbatersi sui nuovi proprietari della Commenda. Federico Napoleone muore cadendo da cavallo, Napoleona Elisa, recatasi in Bretagna, rimane vittima di un incidente che la paralizza a letto. Suo figlio Benedetto Napoleone, installatosi alla corte di Napoleone III, dopo poco si uccide lasciando una disposizione in cui chiede di essere seppellito proprio nella commenda di Ruda. E’ a questo punto che la tenuta di San Nicolò viene venduta a Napoleone III° che la intesta all’unico erede e figlio maschio Eugenio Luigi Buonaparte. Ma il destino, ancora una volta, si accanisce, come in una maledizione, contro i proprietari di San Nicolò. Nel 1880 il giovane Egenio Luigi veniva ucciso in Sud Africa durante una ricognizione nel territorio Zulù. La proprietà a questo punto, alla morte di Napoleone III°, veniva ereditata dalla consorte Eugenia de Montijo, rimasta l’ultima e sola rappresentante della famiglia, che se ne liberò, prima di morire serenamente di vecchiaia, cedendone parte al Cavalier Alessandro Ciardi e parte ai coloni che si occupavano della proprietà. Davvero una storia tragica e sfortunata che assomiglia molto ad una vera e propria maledizione. Una maledizione che potrebbe avere qualcosa a che fare con i misteri e i segreti dell’ormai famoso Priorato di Sion ( leggi “I segreti dell’Abbazia di Moggio”) il protagonista del romanzo di Dan Brown il “Codice da Vinci”, la misteriosa massoneria, occulta manovratrice dei Templari, emersa alla fine dell’ottocento, che avrebbe come scopo dichiarato la missione, assai discussa e poco credibile, di difendere gli eredi di una supposta stirpe degli eredi di Gesù Cristo sulla terra imparentatisi con le principali famiglie reali europee. L’esistenza del Priorato sarebbe emersa a partire dal 1891 in seguito alle ricerche di un inquietante sacerdote, l’abate Berengere Sauniere, che avrebbe scoperto nella sua chiesa a Renne le Chateau, nella Francia meridionale, alcune pergamene che collegavano la dinastia della Regina Bianca di Castiglia con la famiglia reale dei Merovingi, supposti eredi della linea di sangue di Gesù Cristo.
A questo proposito è curioso notare alcune analogie che potrebbero spigare il misterioso interesse dei Napoleonidi per la Commenda di Ruda così come il tragico destino che li ha accumunati.
Rede è infatti l’antico nome celtico di Rennes le Chateau.
Oltretutto alcuni documenti di carattere esoterico, che ho visto in una riproduzione durante una visita a Rennes le Chateau, sostenevano che un antico catasto, datato 25 agosto 1931, riscritto su una pergamena molto più antica, conteneva un piccolo enigma rivelatore:
in quella mappa la parola RENNE era stata sostituita dalla parola REIIIIEA tracciata in modo da confodere le 4 barrette (IIII) con una doppia enne gotica. L’enigma, secondo le istruzioni diffuse dallo stesso Priorato, doveva essere risolto considerando il fatto che le barre erano appunto 4 e la quarta lettera dell’alfabeto é la D e pertanto RENNEA doveva essere letto REDEA.
Le famose pergamene segrete di Rennes ritrovate da Berengere Sauniere durante la ristrutturazione della sua chiesa nel 1891, erano appartenute alla Regina Bianca di Castiglia, madre e guida politica e spirituale di suo figlio, Re e Santo, Luigi IX, ricordato dalla chiesa proprio il 25 agosto, la stessa data impressa sull’enigmatico messaggio riportato sul catasto del 1931 di Rennea-Redea.
Anticamente la zona si chiamava “Terre de Rhedae” e in latino “rheda, reda o raeda” significa carrozza, carro ed è una parola etimolo­gicamente gallica che significa “Carretta”, come estensione concettuale della ruota.
L’interessante è che la località su cui insiste la commenda si San Nicolò di Levata intorno all’anno mille si chia­mava proprio Reuda o Raeuda, nome che assomi­gliava molto, sopratutto nella pronuncia e nel significato, all’antico nome di Rennes le Chateau.
Nell’antica Raeuda, quella posta in Friuli, ai confini tra Italia, Austria e Slovenia, era attivo, in pieno medioevo un ospedale Templare e tutt’ora nella chiesetta sorta a finco dell’antico insediamento, e assunta a sim­bolo particolare dei Cavallieri di Malta, è raffigurata una statua di San Antonio Abate, il Santo taumaturgo che viene ricordato il 17 gennaio, la data simbolo e sigillo del Priorato di Sion. La stessa chiesa di Rennes le Chateau non solo è dedicata alla memoria del santo, ma ne custodisce all’interno una statua.
Dunque la commenda di Ruda era stata conservata e gestita dai cavalieri di Malta fino al 1806 prima di entrare nell’orbita dei Napoleonidi e proprio tra il 1805 e il 1814 un certo Abate Pichon su incarico di Napoleone Buonaparte aveva completato uno studio sulla discendenza merovingia: da Dagoberto II° fino al 20 novembre 1809, anno in cui Napoleone ripudiò Giuseppina, vedova di un erede merovingio, Alexandre de Beauharnais, per non avergli dato un erede.
La successiva moglie dell’imperatore fu Maria Luigia d’Austria, una Asburgo, por­tatrice di sangue merovingio derivato dall’icontro delle linee di sangue degli Asburgo Lorena, che diede alla Luce Napoleone I, che però non ebbe discendenti, e Elisa Buonaparte Baciocchi, la prima proprietaria dopo i Templari e i Cavalieri di Malta della tenuta di Ruda.
Va detto che Napoleone era fortemente interessato a dimostrare che i Borboni non erano sovrani leggittimi di Francia. Napoleone teneva molto a legittimare la sua salita al trono come imperatore facendo sposare ai figli discendenti della casata degli Asburgo Lorena e quindi dei Merovingi. All’atto della sua incoronazione fece poi applicare al suo mantello 300 api d’oro ritrovate nella tomba del re Merovingio Clodoveo.
Lo stesso Napoleone III, presso la cui corte era andato Benedetto Napoleone prima di suicidarsi ed essere sepolto a Ruda, era an­ch’esso, es­sendo nipote di Giuseppina e di Alexandre de Beauharnais, un erede della stirpe merovingia.

L’insediamento dei Napoleonidi nella commenda Templare di Ruda ha forse un significato particolare legato a qualche segreto collegamento con le vicende di Rennes le Chateau, con il quale esistevano interessanti analogie, e con i segreti del Priorato di Sion?
Secondo lo studioso Michael Baigent Napoleone aveva promosso una società segreta dedicata alla dimostrazione della illeggittimità regale dei Borbone. Questa società segreta aveva sede presso lo studio del pittore ritrattista di Napoleone Jacques Louis David. Membro di questa socirtà sarebbe stato Charles Nodier, gran Maestro del Priorato di Sion. Lo stesso proprietario del castello di Rennes le Chateau sarebbe stato un allievo di Louis David.
In realtà, apparte queste notizie, non esistono dati ogettivi che autorizzino l’ipotesi di un collegamento. Tranne la strana maledizione che ha decimato gli eredi ed i discendenti di Napoleone entrati in contatto con la commenda di Ruda.